Napoli, novembre 2004
Preside e docente di Metodi e Tecniche della Ricerca Sociale presso la Facoltà di Sociologia dell'Università degli Studi "Federico II" di Napoli. Esperta di ricerca sociale. Studia e osserva temi quali l'emarginazione, la povertà e la disocuppazione.
web: www.sociologia.unina.it
email: amaturo@unina.it
De Vivo: Nel 1993 lei ha scritto il volume "Messaggio, simbolo, comunicazione" in quel tempo il web non era ancora diffuso.
Cosa aggiungerebbe oggi a quelle pagine?
Amaturo: Il libro faceva il punto sullo stato degli strumenti delle scienze sociali fino a quel momento messi appunto per lo studio della comunicazione. C'era una piccola parte dedicata ai metodi informatici per l'analisi della comunicazione e questo era un momento un po' di punta perché nessuno all'epoca si occupava di analisi automatica dei testi.
Oggi, sicuramente andrebbe aggiunta tutta la parte che riguarda la comunicazione via rete che ha in qualche modo cambiato di molto il nostro modo di fare comunicazione e quindi c'è da chiedersi se alcuni strumenti siano ancora validi. Le vecchie tecniche di analisi del contenuto per esempio erano state messe pensando alla comunicazione sopratutto via radio e televisiva ossia dei mass media tradizionali. Adesso bisogna lavorare e quindi costruire da capo metodologie sui nuovi media.
De Vivo: Quanto hanno influito le nuove tecnologie nella ricerca di nuove metodologie per la ricerca sociale?
Amaturo: Sicuramente molto perché l'avvento del computer ha per esempio modificato nella totalità la gestione dei panel anche non solo nell'analisi della comunicazione.
Oggi uno dei modi più diffusi per fare intervista é regalare un computer agli intervistati i quali poi automaticamente rispondono ad un pool di domande che gli arriva via mail gestendo in autonomia, quindi da soli, in maniera interattiva le proprie risposte.
Questo modifica molto nella relazione degli atteggiamenti. Un'altra svolta è stata segnata dal passaggio dal metodo CATI delle interviste telefoniche al famoso CAPI dell'intervista con il computer che semplifica una serie di fasi, soprattutto quelle della digitazione, del trasferimento su supporto informatico.
Credo che però, a parte il passo avanti che si fa utilizzando la tecnologia, c'è un altro aspetto da considerare che probabilmente oggi bisogna riflettere sui cambiamenti comunicativi e quindi chiedersi quali sono i modi giusti per monitorare questi cambiamenti. Diversi miei studenti stanno facendo esperienza con le tesi sui questionari online. Stanno cercando poi di fare un controllo con le altre forme di risposta vedendo se questo incide o non incide. Ad ogni modo non si può prescindere dal fatto che ci sono studiosi illustri come Derrick de Kerckove che ritengono che questa era del digitale è un superamento dell'era elettrica precedente e quindi questo cambia delle cose così interne al nostro modo di percepire la comunicazione da considerare gli apparati strumentali prececenti come superati e obsoleti e quindi bisognerà cercare di lavorare per costruirne degli altri.
De Vivo: La sua sensibilità nei confronti dei saperi e del fare in comunicazione vive anche nell'incarico di componente del comitato COINOR - Centro per la Comunicazione e l'Innovazione Organizzativa e Centro Staff dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II".
In cosa consiste il centro, quali le attività e i progetti futuri?
Amaturo: Si, questa è stata un'innovazione importante nella struttura organizzativa dell'ateneo. Il COINOR è un centro che ha due grandi ambiti di intervento. Uno è appunto la comunicazione. Nasce dall'idea che un'ateneo moderno in quanto ente pubblico non può esimersi da studiare una strategia di comunicazione pubblica. Come tutte le comunicazioni agisce sia all'interno che all'esterno con gli studenti e la città. Quindi sono allo studio tantissimi progetti. Uno al quale stiamo lavorando, che ritengo molto importante, é il cosidetto "cruscotto direzionale" che consiste nella ricerca di soluzioni per implementare un'accessibilità ai dati del nostro ateneo diretta tramite terminale computer, ovviamente per i soggetti abilitati a vari livelli di accesso di utenza, con la prospettiva di offrire a un preside la possibilità di consultare direttamente notizie sugli iscritti, sul grado di frequenza degli studenti, sui crediti accumulati, sul tutto il percorso didattico e formativo. Questa è una base importantissima per la programmazione e la gestione delle attività. E' previsto poi per un profilo di utenza esterno, come per esempio gli organi d'informazione, di accedere e consultare le statistiche sull'ateneo. Un'altra delle cose che abbiamo progettato e attuato è la newsletter di ateneo, diffusa con cadenza trimestrale, che affronta tutte tematiche importanti all'interno dell'ateneo. Una è stata dedicata ai servizi agli studenti, un'altra ai servizi per l'offerta formativa e didattica dell'ateneo, un numero sulla ricerca e su tutti i dati relativi alle ricerche in svolgimento nella "Federico II". L'ultimo numero è stato dedicato all'"Ateneo delle Donne" e quindi sulla componente femminile nell'ateneo nell'area non solo della docenza ma anche del personale.
Quindi è anche uno strumento di comunicazione interno molto efficace.
Inoltre, sempre sull'aspetto della comunicazione ci sono ovviamente le iniziative di divulgazione scentifica. Abbiamo organizzato un ciclo di iniziative che si chiama "La corte di Federico II" in cui sono previsti una serie di incontri con la cittadinanza. Sono incontri serali aperti a tutti in cui si organizza una conferenza di alta divulgazione dove l'ateneo offre musica, rinfresco e propone altri strumenti di comunicazione su questi temi.
La seconda area d'interesse del Centro è quella dell'innovazione organizzativa.
Il COINOR lavora per progetti su un problema da risolvere che, invece di delegare a singoli uffici e dipartimenti la risoluzione, viene affrontato insieme in maniera trasversale unendo una serie di competenze diverse in cui il COINOR fa da incubatore di idee che una volta sviluppate vengono poi affidate a una struttura stabile all'interno dell'ateneo.
De Vivo: Quindi possiamo dire che la "Federico II" si trova nel pieno della società dell'Informazione.
Amaturo: Si, sicuramente
De Vivo: Professoressa Amaturo, lei ha la maternità del primo corso italiano in culture digitali, non a caso, nato in seno alla Facoltà di Sociologia formatrice di "osservatori" della società e dei suoi cambiamenti.
Come è stata accolta la novità dagli studenti?
Amaturo: Devo dire bene. Noi abbiamo avuto un buon riscontro d'iscrizioni sia l'anno scorso che quest'anno. Quest'anno abbiamo anche fatto una prova di accesso per limitare gli ingressi perché avevamo avuto più richieste dei posti disponibili. La cosa interessante è il tipo di pubblico che si iscrive. Il tipo di studente non è quasi mai lo studente appena uscito dal liceo. E' il tipo di persona che ha avuto altre esperienze formative o di lavoro. Il candidato ha spesso una competenza e una passione per l'informatica e l'idea che questo tipo di formazione possa venire incontro ai suoi interessi. Devo dire che si è creato un gruppo particolarmente attivo e particolarmente coeso all'interno dell'ateneo e quindi la risposta al momento mi sembra buona.
De Vivo: Quali figure professionali forma il corso in culture digitali?
Amaturo: Forma un comunicatore che sà sfruttare al meglio le capacità dei new media. Quindi un operatore della comunicazione che può lavorare nel settore della comunicaizone via web, della televisione digitale, della radio digitale e tutte le volte che la pubblica amministrazione lavora con i siti. Dimenticavo di dire che Il COINOR ha oltretutto preso la gestione dei contenuti del sito dell'ateneo nell'ottica che anche il sito debba essere inserito nella strategia di comunicazione complessiva dell'ateneo. Quindi l'idea é che i nostri laureati dovrebbero essere gli interlocutori privilegiati prevedendo quindi anche di organizzare un sistema di stage presso il COINOR.
De Vivo: Bene, in tal modo si verificherà anche un incontro diretto tra domanda e offerta di nuove professionalità.
Quali sono gli strumenti di comunicazione messi a disposizione dei futuri sociologi e dei professionisti in culture digitali dalla Facoltà di Sociologia?
Amaturo: Sicuramente il web, sicuramente la rete in tutte le sue possibili forme. Gli allievi hanno postazioni internet, un laboratorio didattico informatico e un laboratorio audiovisuale anche perché non va sottovalutata l'importanza della comunicazione visiva. Per esempio nell'ambito di questo laboratorio gli studenti hanno prodotto tutta una serie di cd rom su soggetti a loro scelta. Quindi tutta una produzione mediale per la quale stiamo prevedendo di organizzare una giornata di presentazione. Un'altra cosa è che abbiamo chiesto un finanziamento alla regione nell'ambito del progetto "Campus Campania" per realizzare una radio digitale. Quindi l'idea sarebbe quella di poter offrire agli studenti la possibilità di sperimentare direttamente con la messa in onda via web delle trasmissioni.
De Vivo: Quindi in futuro ci sarà la radio digitale della facoltà di sociologia?
Amaturo: No, la radio dell'ateneo il cui nucleo fondante dovrebbero essere gli studenti del corso di laurea.
De Vivo: Nella Facoltà di Sociologia di Napoli si dibatte molto di web e delle sue nuove frontiere. Prima della chiusura estiva del 2004 è stato organizzato un seminario meeting sui blog al quale hanno partecipato i più famosi blogger italiani.
In tema di novità, che ne pensa dell'interesse anche legislativo che si sta muovendo sul pensare/fare/creare il web accessibile?
Amaturo: Io credo che il problema sia importantissimo e ci debba essere molto impegno. Però credo che l'impegno forse allo stato attuale va messo proprio più a monte, consiste ciòè nel fare entrare nella mentalità delle persone l'idea che l'accesso al web sia uno strumento molto importante anche oggi nella vita democratica.
Io sono rimasta colpitissima dagli ultimi dati che ho visto in cui la diffusione di internet fra gli italiani è circa il 15% ma il dato più preoccupante è che non è in aumento mentre in tutto il resto d'Europa il numero di connessioni cresce moltissimo. Questo dato in controtendenza mi preoccupa perché perpetuare il digital divide creerà sempre più cittadni di serie A e cittadini di serie B. Questo credo che sia un problema di cui tutti dovrebbero farsi carico e, non ce lo nascondiamo, se non agisce la scuola purtroppo sarà sempre e soltanto un discorso di accesso personale allo strumento e quindi in sostanza un altro strumento di differenziazione sociale e anche, scusate la parola obsoleta, una questione di classe. Quindi di opportunità ascritte e non di opportunità acquisite.
Su questo ho una visione vetero, se volete, ma penso che certi strumenti debbano essere messi a disposizione di tutti e se non lo fa l'istruzione pubblica non vedo chi altri dovrebbe farlo.
De Vivo: Non a caso, l'inventore del web Tim Berners-Lee nel momento in cui ha progettato e diffuso l'idea del web ha parlato della sua universalità. Quindi, fin dall'inizio, era insito nel progetto di rendere i contenuti e il web in generale accessibile a tutti.
A tal proposito, OsservatoriosullaComunicazione.com è costruito nel rispetto dei criteri dell'accessibilità web, regolamentati dal W3C, visti soprattutto come linea culturale e etica piuttosto che di bollini da apporre al sito.
Quali sono le attività sul tema "web accessibile" in programma nella facoltà di sociologia?
Amaturo: Questo diciamo che è lo sforzo che noi stiamo gestendo come ateneo. Quest'anno è stata fatta la scelta di permettere le iscrizioni online. Quindi di sveltire il processo d'immatricolazione dando la possibilità di fare tutto via web. Anche tutta una serie di servizi di pagamento delle tasse adesso vengono gestite in via informatica. Per la prima volta le guide dello studente non sono più stampate e sono tutte disponibili online. Abbiamo distribuito dei cd rom della guida dello studente e quindi andiamo sempre di più nella direzione di passare tutto sul web. In progetto c'è per il sito di ateneo uno spazio di possibili forum. Poi naturalmente l'Ateneo sta cominciando ad entrare su tutta la partita dell'e-learning. E' stata creata una commissione di ateneo per studiare forme e modalità di formazione a distanza. Noi come Facoltà di Sociologia abbiamo lavorato sul progetto di Talent Enterprising insieme a una Fondazione di Roma con vari altri partners di cui fra un pò presenteremo i risultati. Il nostro impegno in questa direzione è ovviamente presente ma non potrebbe essere diversamente visto i temi di cui abbiamo scelto di occuparci.
De Vivo: Un ultima domanda. Adesso la maggior parte degli Atenei prevede uno sportello disabili incominciando ad andare verso questa attenzione ai disabili programmando accessibilità intesa come abbattimento delle barriere architettoniche, come accesso alle informazioni e quindi anche il web accessibile rientra in questo tema.
Mi sembra di aver letto che voi avete uno sportello disabili.
Amaturo: La "Federico II" ha avuto un riconoscimento a livello nazionale come primo Ateneo su questo problema con una commissione che si occupa del tema dei disabili a livello di Ateneo che è diretta da uno psicologo, il Prof. Valerio. Su questo l'Ateneo è impegnatissimo, in ogni facoltà vi sono i rappresentanti e quindi ci stiamo muovendo per garantire il massimo dell'accessibilità.